La Regione Veneto ha pubblicato le disposizioni attuative del Reddito di Inclusione Attiva (R.I.A.) che ha l'obiettivo di promuovere percorsi di recupero delle capacità residue di inserimento lavorativo e/o promuovere percorsi socializzanti, in una visione a medio/lungo termine, in favore di persone in condizioni di fragilità. Si prevede, inoltre, l'istituzione, accanto al fondo unico R.I.A./S.o.A./P.E., di un Fondo di emergenza a cui i Comuni potranno attingere per l'erogazione di contributi economici destinati ai nuclei colpiti dell'emergenza Covid-19 e che possono integrare o essere cumulati con i fondi emergenziali a disposizione dei Comuni-
Promotori sono i 21 enti capofila di Ambito territoriale che collaborano in rete con i Comuni all'interno dello stesso, i Centri per l'Impiego e le agenzie di lavoro accreditate, le agenzie formative, le cooperative sociali, le organizzazioni di volontariato e altri soggetti attivi nell'affrontare la marginalità, secondo una logica non assistenzialistica ma che miri a valorizzare la persona e le sue potenzialità.
Partner sono gli enti del Terzo Settore, imprese profit e le associazioni di categoria riferite alle diverse realtà produttive presenti nel territorio.
L'accesso ai benefici è subordinato ai seguenti criteri:
- R.I.A. di inserimento:
- la residenza nel comune in cui la persona o il nucleo familiare sono presi in carico;
- fanno eccezione al criterio della residenza in via sperimentale le persone vulnerabili quali: minori stranieri non accompagnati, vittime di tratta, senza dimora; deve trattarsi di situazioni di gravi marginalità già inserite in un percorso di inclusione sociale e che non trovino adeguate risposte attraverso i fondi appositamente dedicati;
- stato di disoccupazione ai sensi del d.lgs. n. 150/2015;
- adesione a un progetto personalizzato di inserimento sociale e/o lavorativo.
- R.I.A. di sostegno:
- la residenza nel comune in cui la persona o il nucleo familiare sono presi in carico;
- fanno eccezione al criterio della residenza in via sperimentale le persone vulnerabili quali: minori stranieri non accompagnati, vittime di tratta, senza dimora; deve trattarsi di situazioni di gravi marginalità già inserite in un percorso di inclusione sociale e che non trovino adeguate risposte attraverso i fondi appositamente dedicati;
- adesione a un progetto personalizzato di attivazione sociale.
Inoltre i beneficiari delle due misure devono trovarsi in almeno una delle seguenti condizioni:
- invalidi civili;
- persone con patologie certificate da servizi pubblici che richiedono lunghi percorsi riabilitativi o di recupero;
- persone con disabilità psico-fisica ai sensi della l. n. 68/1999;
- minori in situazioni di disagio sociale;
- donne vittime di violenza domestica/familiare;
- genitori/coniugi separati che escono dal nucleo familiare;
- famiglie con un numero di figli minorenni superiori a 4;
- per il R.I.A. di sostegno: gli anziani oltre i 65 anni di età che versano in situazioni critiche o di difficoltà evidenziati e in carico agli uffici sociali del comune;
- nuclei familiari in condizioni di emarginazione e vulnerabilità per motivi diversi da quelli sopra indicati;
- categorie particolori di persone svantaggiate.
- Sostegno all'Abitare: i destinatari finali sono persone e famiglie in condizioni di fragilità socio-economica in carico ai servizi sociali comunali. Competente ad attivare il S.o.A. è il Comune che ha in carico la persona o la famiglia.
- Povertà Educativa: i nuclei familiari beneficiari del contributo devono avere al loro interno minori di età compresa fra i 3 e i 17 anni che fanno parte di nuclei familiari vulnerabili in carico ai servizi sociali comunali.
Oltre ai casi sopra indicati possono accedere al R.I.A, S.o.A. e P.E. anche le persone/famiglie, sconosciute ai servizi sociali, che sono o potranno essere colpite dalle conseguenze del COVID-19. Si tratta a titolo di esempio di lavoratori stagionali nel ramo del turismo e della ristorazione, operai agricoli, badanti, lavoratori dello spettacolo e fiere (e tutti i lavoratori ingaggiati per la realizzazione degli eventi come montatori, elettricisti, ecc.), ambulanti, le piccole partita IVA, artigiani, gestori e persone che lavorano nell'ambito delle palestre/attività sportive, commessi, ecc. Nell'ambito di tali categorie ci si riferisce a coloro che, a seguito dell'emergenza Covid-19, non hanno visto rinnovato il proprio contratto di lavoro o hanno dovuto subire una conseguente forte riduzione dell'attività lavorativa e che e siano sprovvisti di ammortizzatori sociali adeguati.
Per tali target è possibile, in considerazione della particolare situazione di necessità, erogare dei contributi economici, pur in assenza di adesione a un progetto personalizzato.
A questi si aggiungono, inoltre, ad esempio, pazienti dimessi dall'ospedale che necessitano di assistenza domiciliare poichè sprovvisti di aiuto, le persone dimesse dall'ospedale che devono prendersi cura di un congiunto non autosufficiente o, nel caso di disabili, i minorenni/maggiorenni non capaci di provvedere a loro stessi e assistiti da parenti, per malattia o decesso dei genitori.
Le misure si articolano come segue:
- R.I.A. di sostegno: è rivolto a persone o famiglie, che si trovino in una situazione di disagio per le quali non sia facilmente prevedibile un'autonomia economica ed un inserimento lavorativo. Il progetto individuale mira a favorire la socializzazione o risocializzazione della persona che comunque dimostri la volontà di impegnarsi in un percorso di attivazione. E' previsto un contributo per un massimo di 6 mesi rinnovabili per ulteriori 6 mesi. Una volta trascorso tale periodo il R.I.A. potrà essere rinnovato soltanto dopo che sia passato un mese di sospensione dalla data di cessazione del godimento dell'ultima prestazione. Il contributo mensile non dovrà superare un importo pari a 400 euro;
- R.I.A. di inserimento: è rivolto a persone o famiglie che si trovino in una situazione di disagio e di difficoltà temporanea nell'accesso a una occupazionesia per cause soggettive che per mancanza di opportunità lavorative adeguate, nonostante la disponibilità e l'impegno nella ricerca oltre alla palese volontà di fronteggiare e superare la fase critica. La finalità è il superamento della situazione di disagio attraverso un progetto personalizzato di attivazione sociale e occupazionale. Per questa tipologia di beneficiari si prevede l'erogazione di un contributo della durata massima di 12 mesi, corrispondente alla durata del progetto individualizzato. Il contributo assegnato al beneficiario può arrivare sino ad un importo massimo mensile pari a 800 euro se comprensivo delle spese di accompagnamento e tutoraggio;
- Sostegno all'Abitare: è rivolto a sostegno delle amministrazione comunali e a persone o famiglie in condizioni di fragilità socio-economica. Per ogni utente/nucleo familiare è previsto un contributo massimo pari a 2.500 euro;
- Povertà Educativa: è rivolto a nuclei che abbiano al loro interno minori dai 3-17 anni per i seguenti interventi:
- interventi specifici rivolti a minori che vivono in famiglie in condizioni di fragilità e già in carico ai servizi sociali;
- sperimentazione di servizi/interventi innovativi a sostegno della genitorialità dedicati al target individuato;
- Fondo di emergenza per i nuclei singoli o familiari colpiti dall'mergenza Cocid-19: si prevede l'istituzione accanto al fondo unico R.I.A./S.o.A./P.E., di un Fondo di emergenza a cui i Comuni potranno attingere per l'erogazione di contributi economici destinati ai nuclei colpiti dell'emergenza Covid-19 e che possono integrare o essere cumulati con i fondi emergenziali a disposizione dei Comuni. Il Fondo potrà essere usato, fino al ristabilirsi delle condizioni di normalità ovvero fino alla data definita con successivo atto, in assenza dell'adesione a un progetto personalizzato, per tutte le tipologie di spesa indicate nella disciplina del R.I.A, S.o.A. e P.E. Possono inoltre essere individuate, come rimborsabili, altre tipologie di spesa se ritenute rilevanti dai servizi sociali. L'importo massimo erogabile a ciascun nucleo familiare deve corrispondere a un minimo garantito per poter permettere al nucleo familiare una condizione di vita dignitosa. I servizi sociali valutano fino a un massimo di 800 euro mensili.
Le modalità di erogazione del finanziamento e di rendicontazione saranno definite con successivo atto.