Restano uno strumento prezioso per facilitare l’accesso al credito di Pmi e operatori economici di piccole dimensioni e una leva altrettanto importante per promuovere lo sviluppo dei territori. Nello stesso tempo, si ritagliano un ruolo nuovo come hub della finanza per gli imprenditori. Si tratta della rete dei confidi che ha emesso 2,85 miliardi di garanzie e detiene in stock 9,1 miliardi. È quanto emerge dal Rapporto dell’Osservatorio permanente sui confidi, che sarà presentato oggi, realizzato dal Comitato Torino Finanza della Camera di Commercio di Torino. Sotto la lente i dati al 31 dicembre 2021 – gli ultimi disponibili – dei 195 confidi italiani, diventati 200 a fine 2022. L’indagine approfondisce il ruolo che i confidi si stanno ritagliando sui mercati della finanza complementare al credito, i loro punti di forza e le criticità riscontrate nell’approccio ai nuovi mercati, con un occhio alle prospettive di sviluppo di medio e lungo periodo. Per Vladimiro Rambaldi, presidente Comitato Torino Finanza, «in un mercato del credito e della finanza in forte evoluzione, i confidi, soprattutto i confidi maggiori, si confermano soggetti solidi, con una dotazione patrimoniale adeguata a supportare le Pmi». I dati emersi dalla ricerca evidenziano la presenza di un surplus di risorse patrimoniali che i confidi possiedono e potrebbero mettere in campo per aumentare il supporto alle aziende. I fondi propri liberi dei confidi maggiori italiani ammontano a più di 800 milioni di euro, in costante aumento nell’ultimo quinquennio.
Il momento storico presenta alcune difficoltà, a cominciare dalla contrazione del credito alle Pmi e dalla contrazione dei volumi di garanzie erogate, accanto al tema dei costi alti della compliance per i confidi vigilati. Ma per fornire una risposta alle difficoltà di finanziamento delle imprese minori, molti confidi stanno attuando strategie per cogliere le opportunità offerte dai nuovi strumenti di finanziamento legati alla finanza alternativa al credito.
Trentadue, secondo lo studio curato da Gianmarco Paglietti e Diego Bolognese, i confidi maggiori sottoposti alla vigilanza della Banca d’Italia. Detengono uno stock di garanzie pari a 6,9 miliardi di euro (il 76% del totale) e sono concentrati soprattutto al Nord Italia (62,5% del totale, 20 confidi su 32). Molto diversificato invece il mondo dei 163 confidi minori che nell’insieme gestiscono uno stock di garanzie pari a 2,2 miliardi di euro. Sono collocati in maggioranza nelle regioni del Mezzogiorno, in un caso su due. Uno su quattro ha volumi di attività minimi, mentre circa il 20% è particolarmente dinamico e paragonabile ai confidi maggiori.
A fronte delle trasformazioni del sistema bancario, con una progressiva riduzione della presenza sui territori e una parallela accentuazione delle difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese minori, i confidi stanno tornando a ritagliarsi spazi e funzioni e a proporsi come una sorta di hub della finanza per gli imprenditori. Oltre al tradizionale ruolo di garanti, i confidi maggiori hanno anche iniziato a svolgere una funzione di erogatori di credito “supplenti”, in segmenti di mercato disintermediati dalle banche. Grazie alla conoscenza del tessuto imprenditoriale, stanno inoltre consolidando il ruolo di segnalatori e advisor per quelle aziende che scelgono di affacciarsi al mondo della finanza innovativa.
Il Sole 24 Ore - Finanza e mercati del 10 maggio 2023