Il bando Parco Agrisolare è alla seconda edizione. È stato emanato lo scorso 19 aprile il decreto ministeriale con il quale vengono programmate le residue risorse della misura, per un importo di circa 1 miliardo di euro. La prima edizione, uscita nell’ottobre del 2022, era figlia delle misure previste dal Pnrr, a cui erano stati destinati 1,5 miliardi di euro.
La nostra intervista doppia a Eleonora Boffa e Selenia Buonarroti, coordinatrici del Team Agricoltura di Telematica Italia, fa il punto sulla misura agevolativa, in attesa di attivazione, che coinvolge gli imprenditori agricoli, in forma individuale o societaria; le imprese agroindustriali, le cooperative agricole; associazioni temporanee di imprese (A.T.I.), raggruppamenti temporanei di impresa (R.T.I), reti d’impresa, comunità energetiche rinnovabili (CER).
Eleonora Boffa, la prima edizione del bando Parco Agrisolare, per i quale le imprese che abbiamo seguito hanno ottenuto 831.798 euro di beneficio a fondo perduto, è stata accolta con soddisfazione dai nostri clienti. La seconda edizione, in fase di attivazione, può essere una buona opportunità per i clienti?
“Sì, in quanto il primo bando aveva sicuramente aspetti meno interessanti mentre questa nuova edizione introduce molte novità: incremento del contributo a fondo perduto, eliminazione in molti casi del vincolo di autoconsumo e introduzione del concetto di autoconsumo condiviso, impianti con potenza di picco massima di 1000 kWp e per alcuni interventi una spesa massima ammissibile più bassa. Questi sono elementi che renderanno la misura sicuramente più attrattiva per i nostri clienti. Infine, i soggetti ammessi alla precedente edizione potranno, previa rinuncia ufficiale, partecipare al bando 2023 avendo così la possibilità di accedere a queste condizioni più vantaggiose”.
Selenia Buonarroti, in particolare che novità sono state introdotte nel nuovo bando rispetto a quello del 2022?
“Il nuovo bando andrà a integrare alcuni aspetti che potrebbero migliorare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e portare un numero maggiore di agricoltori a interessarsi alla misura per le proprie imprese. È prevista la rimozione dei limiti per gli impianti fotovoltaici, che non avranno più il massimo di 500 kWp ma fino a 1.000 kWp; la spesa massima ammissibile per i sistemi di accumulo è aumentata fino a 100.000,00 euro. La spesa massima ammissibile per dispositivi di ricarica è aumentata fino a 30.000 euro. Sarà possibile calcolare il fabbisogno di energia termica complessivo dell’impresa senza il vincolo del doppio dell’autoconsumo di energia elettrica”.
Eleonora, il vecchio bando presentava diverse insidie: sia la preparazione della domanda, sia la stesura del progetto sono state fasi complesse e articolate da seguire. Sai se ci saranno le stesse complessità da affrontare nella seconda edizione del bando?
“Questo dipenderà dall’organizzazione dell’ente. Nella prima edizione sono state inserite modifiche importanti al testo del bando poco prima dell’apertura dello sportello, creando tra i clienti un sentimento d’incertezza. Crediamo che per questa nuova edizione le linee d’indirizzo saranno sicuramente rese chiare sin dall’inizio per lavorare su un sistema funzionante e rodato”.
Selenia, in che cosa consiste la misura nel dettaglio?
“In un contesto internazionale in cui i costi per l’energia sono sempre più soggetti a variazioni di mercato incontrollate, la realizzazione di impianti fotovoltaici all’interno delle imprese agricole e agroindustriali, nonché la possibilità di inserire misure complementari volte a implementare l’efficientamento energetico delle stesse, rappresenta una valvola di sfogo ai sempre più elevati costi produttivi. La misura sostiene l’installazione di impianti fotovoltaici, con potenza di picco non inferiore a 6 kWp e non superiore a 1000 kWp da realizzare sui tetti e coperture di fabbricati strumentali all’attività agricola, zootecnica e agroindustriale. Possono essere eseguiti anche alcuni interventi di riqualificazione ai fini del miglioramento dell’efficienza energetica delle strutture”.
Eleonora, per la realizzazione di impianti fotovoltaici, quali sono le spese considerate ammissibili, effettivamente sostenute e comprovate?
“Nel dettaglio, l’acquisto e la posa di moduli fotovoltaici, inverter, software di gestione, ulteriori componenti di impianto; sistemi di accumulo; fornitura e messa in opera dei materiali necessari alla realizzazione degli interventi; costi di connessione alla rete fino a un limite massimo di 1.500 euro/kWp per l’installazione dei pannelli fotovoltaici. In ogni caso, la spesa massima ammissibile per i sistemi di accumulo non può eccedere 100.000 euro. Qualora siano installati dispositivi di ricarica elettrica per la mobilità sostenibile e per le macchine agricole, potrà essere riconosciuta, in aggiunta ai massimali su indicati, una spesa fino a un limite massimo ammissibile pari a 30.000 euro”.
Selenia, oltre all’installazione dei pannelli, possono essere eseguiti altri interventi di riqualificazione ai fini del miglioramento dell’efficienza energetica delle strutture?
“Certamente, le azioni comprese dalla misura sono rimozione e smaltimento dell’amianto o dell’eternit dai tetti; realizzazione dell’isolamento termico dei tetti; realizzazione di un sistema di aerazione connesso alla sostituzione del tetto (intercapedine d’aria). Sono ammesse la demolizione e ricostruzione delle coperture e fornitura e messa in opera dei materiali necessari alla realizzazione degli interventi, fino a un limite massimo ammissibile di 700 euro/kWp. Tutte le spese sono ammissibili a partire dal momento di presentazione della domanda da parte del soggetto beneficiario. Essi dovranno realizzare, collaudare e rendicontare gli interventi entro 18 mesi dalla data della pubblicazione dell’elenco dei beneficiari. Deve essere garantita comunque la realizzazione, collaudo e rendicontazione degli interventi entro il 30 giugno 2026”.
Infine, Eleonora, agli interventi realizzati viene riconosciuto un finanziamento in conto capitale, con quali intensità di aiuto?
“Il contributo a fondo perduto concesso può variare a seconda della tipologia dell’intervento, della zona assistita e della dimensione d’impresa. Si va dal 30% all’80%. La rendicontazione del progetto deve avvenire a conclusione dello stesso, ma vi è la possibilità di richiedere un anticipo fino al 30% dell’importo del contributo ammesso, previa apposizione di una garanzia fideiussoria a supporto”.