Il movimento dei Giovani Imprenditori della Lombardia nasce come espressione di una imprenditoria consapevole della propria funzione sociale, dinamica e ispirata ai valori di mercato, dell'impresa e dell'efficienza e soprattutto pronta ai cambiamenti. Il presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria Lombardia, dall’ottobre 2021, è Jacopo Moschini e ha rilasciato a Telematica Italia un’intervista sui cambiamenti del tessuto socio-economico del Paese e sul futuro dei giovani.
Presidente, lei è in carica dal 2021 e ha potuto vedere il cambiamento del tessuto socio economico post Covid. Quali sono, secondo lei, i punti di rottura con la fase pre-pandemica e il rinnovamento intrapreso dal sistema Italia?
“Le imprese lombarde, dopo una fase caratterizzata dalla resilienza, si sono riorganizzate concentrandosi sul rendere le filiere più corte e affidabili e sulla ricerca di modalità per attutire gli shock esterni. Gli ultimi due anni però sono stati anche caratterizzati dalla crisi energetica, che ha colpito e continua a intaccare la competitività delle nostre imprese anche nel confronto con i competitors europei e dal rialzo dei tassi che ha rallentato gli investimenti necessari per l’attuazione della duplice transizione ambientale e digitale. I nostri imprenditori dovrebbero essere considerati degli eroi per aver resistito a tutto ciò e per essere stati in grado di ripartire prima e meglio dei competitors stranieri”.
Presidente, il futuro dei giovani imprenditori in Italia è un argomento di grande interesse e importanza. Tuttavia esistono delle difficoltà oggettive che essi si trovano ad affrontare, primo tra tutti l’accesso al capitale, poi la complessità delle procedure burocratiche, l’equilibrio vita-lavoro, il rischio finanziario. Quali sono le azioni messe in campo da Confindustria Lombardia per aiutare i giovani imprenditori a superare queste difficoltà?
“In Lombardia il sistema confindustriale è profondamente consapevole dell’importanza e della strategicità del coinvolgimento e del supporto attivo sui giovani. Dall’inizio della mia presidenza dei Giovani Imprenditori di Confindustria Lombardia il focus sulle nuove generazioni è stato un punto imprescindibile, impostazione che a cascata si è riflessa sui territori attraverso iniziative e attività di coinvolgimento. Alla terza edizione del Regional Summit, che come Giovani Imprenditori di Confindustria Lombardia organizziamo annualmente nei territori lombardi, l’obiettivo è stato proprio parlare e coinvolgere le giovani generazioni, sia nell’ottica imprenditoriale che in quella lavorativa. Un output concreto del Summit, poi, è stato il lancio del progetto ‘Meet Your Future’, realizzato in collaborazione con la community UniversityBox con l’obiettivo di costruire un ponte tra i giovani e le opportunità lavorative e per far conoscere maggiormente le attività di Confindustria”.
Esistono numerosi incentivi nazionali e regionali per sostenere l’imprenditoria giovanile in Italia. Cosa ne pensa della finanza agevolata come opportunità concreta di sviluppo e crescita?
“Le startup affrontano ostacoli e incertezze ogni giorno e tra queste una delle principali difficoltà riguarda il finanziamento: oltre alle idee innovative e alla necessità di fare sistema, una leva fondamentale per la crescita e lo sviluppo delle startup sono, ovviamente, i capitali. Per questo l’accesso a strumenti di finanza agevolata, così come ad altre fonti di finanziamento, può rappresentare una discriminante relativamente al successo o all’insuccesso di un progetto imprenditoriale. Negli ultimi anni tra le startup si sta affermando il Corporate Venture Capital (CVC), che è sempre più al centro delle strategie di innovazione delle aziende e rappresenta un mezzo di finanziamento di crescente importanza”.
In questi ultimi anni ci sono state diverse tendenze e opportunità che hanno influenzato il successo degli imprenditori emergenti nel nostro Paese, come gli influencer imprenditoriali: giovani imprenditori italiani influenti al livello nazionale e modelli d’ispirazione per le loro comunità, richiesti come testimonial per grandi marchi. Cosa ne pensa di questo fenomeno?
“Credo che facendo un’opera di filtro su chi può essere considerato imprenditore e chi può essere considerato influencer, l’imprenditoria italiana abbia bisogno di modelli positivi che ci mettano la faccia e ‘diffondano il verbo’. Modelli non necessariamente di successo ma che condividano le proprie esperienze, positive e negative perché condurre un’azienda non è tutto rose e fiori, con l’obiettivo di diffondere conoscenza ed esperienze ma soprattutto con il fine ultimo di accendere la passione per il fare impresa. Il tutto utilizzando un linguaggio che faccia breccia nelle nuove generazioni”.
La Lombardia è una delle regioni più competitive d’Italia e si distingue per il suo ricco tessuto imprenditoriale e industriale, quali sono i settori che stanno vivendo fasi di ascesa e quali invece quelli di down?
“A inizio anno la Lombardia ha registrato un indebolimento della domanda e di conseguenza della produzione a causa, in particolare, del rallentamento della Germania al cui andamento sono legate numerose filiere del nostro manifatturiero. Tra i settori più in difficoltà ci sono l’abbigliamento, il tessile e la siderurgia, dove la produzione registra la contrazione più marcata tra il primo trimestre 2024 e lo stesso periodo del 2023 e che hanno espresso il ricorso maggiore alla Cig. Tra i settori più forti, invece, abbiamo i mezzi di trasporto, la chimica, e gli alimentari”.
Come approfondito nel recente Summit di Mantova, quali sono i cambiamenti e le opportunità che le sfide contemporanee impongono anche a Confindustria?
“L’obiettivo, per un sistema complesso come quello confindustriale, deve essere quello di integrare i nuovi imprenditori rendendo l’associazione più attrattiva al fine di includere 4-5 generazioni molto diverse tra loro. Fondamentale sarà il ruolo delle generazioni di mezzo, che hanno il compito di accompagnare la transizione dalle vecchie alle nuove generazioni facendo da collante”.